Lanciato quest'estate con grande enfasi, dopo tempi di gestazione molto lunghi e diversi ritardi, il Registro delle Opposizioni aperto anche ai numeri mobili era stato salutato come uno strumento rivoluzionario che doveva porre fine alle chiamate di telemarketing selvaggio. Peccato che sono bastati pochi mesi perchè gli utenti si rendessero conto che si trattava dell'ennesimo, inutile carrozzone.
Il Registro delle Opposizioni, tante parole, pochi fatti
Ve ne avevamo parlato in questo articolo scritto ai tempi del suo lancio. Realtà esistente già da diversi anni (con efficacia, dobbiamo dirlo, mai rivelatasi risolutiva), si componeva di un elenco di utenze telefoniche i cui intestatari avevano espresso formale diniego a ricevere chiamate commerciali. Per molto tempo ha riguardato solo i numeri di rete fissa e questo è il motivo per cui il suo allargamento ai numeri mobili era stato salutato come una piccola rivoluzione.
Per la verità, i dubbi circa la sua reale efficacia sono nati quasi subito dopo il lancio della novità. Come vi avevamo riportato in questo articolo, la partenza era stata ottima in termini di adesione dei cittadini, meno buona in termini di reale diminuzione delle telefonate moleste. Ma se i primi tempi poteva sussistere qualche leggera giustificazione circa la "giovinezza" del sistema e la necessità di dover attraversare un periodo di rodaggio, adesso è evidente che il Registro, molto semplicemente, non funziona.
Iscriversi è estremamente semplice e il legislatore, bisogna dirlo, ci ha creduto davvero. Tanto da commissionare uno spot istituzionale con nientemeno che Francesco Pannofino testimonial, che vi proponiamo:
Se qualcuno non si fosse ancora iscritto, nel video è spiegato come farlo.
Le proposte di miglioramento
Una truffa particolarmente molesta che continua nonostante ogni tentativo di argine è il trading online a nome di Amazon. Anche più volte al giorno, da numeri diversi, si ricevono chiamate da una voce automatica che propone investimenti con rientri sicuri e percentuali altissime di guadagno, dicendo di chiamare a nome di Amazon. Innanzitutto, inutile precisarlo, è una truffa volta a carpire dati personali e poi, ovviamente, soldi. Poi, il motivo per cui queste chiamate continuano indisturbate è proprio perchè provengono da una voce registrata e non da operatori fisici. Come abbiamo detto nei nostri precedenti articoli, solo le società che si occupano di telemarketing attraverso persone reali sono tenute alla consultazione e all'osservanza del Registro delle Opposizioni.
La fallacia del Registro è talmente evidente da far muovere anche il Governo. Innanzitutto, bisognerebbe migliorare il rapporto e le comunicazioni tra i due attori dietro al Registro, ovvero il Garante della Privacy e l'AGCOM. Anche le Iene avevano provato ad affrontare questo argomendo, scontrandosi proprio su questo "scollamento" (potete rivedere il servizio qui).
Una seconda proposta prevede di invertire il paradigma del consenso, da opt out (come è attualmente) a opt in (come è in uso in Nord Europa). Spieghiamo meglio.
Attualmente, In Italia tutti i numeri di telefono fissi e mobili possono ricevere chiamate di telemarketing di default, fino a che l'utente non dia il suo esplicito dissenso (e lo debba, come abbiamo visto, anche più volte reiterare). Il sistema inverso invece prevede che i numeri siano dal principio inibiti alle chiamate commerciali, a meno che l'utente non segua una procedura per consentirle dando quindi il proprio consenso.
Questo modus operandi presenta un duplice vantaggio: innanzitutto può migliorare i servizi di customer care in generale, perchè un utente riceverebbe solo le telefonate di cui ha effettivamente bisogno per fruire di un servizio o per mandare avanti un reclamo. In secondo luogo non si costringerebbero i cittadini a seguire iter e procedure solo allo scopo di doversi "difendere" da qualcosa che viene percepito come invasivo e lesivo della quiete.
Al momento, questa resta solo una proposta. È significativo però che uno strumento che era stato indicato come risolutivo in soli pochi mesi di vita sia stato già etichettato come fallimentare in modo più o meno "ufficiale".