I jammer (disturbatori di frequenza): cosa sono, a cosa servono e un caso pratico

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Capita spesso che dispositivi elettronici sviluppati e prodotti per utilizzi completamente leciti vengano usati invece per scopi meno legali e per questo entrino nella cronaca di tutti i giorni e diventino per questo conosciuti al grande pubblico, magari poco esperto. È il caso dei jammer o disturbatori di frequenza, di cui si sente parlare in articoli tipo questo.

Ma cos'è un jammer? Chi può usarlo legalmente? Quanti tipi di jammer esistono? Per queste e altre risposte, continuate a leggere questo articolo!

Cos'è un disturbatore di frequenza (jammer)

Un jammer telefonico è un dispositivo che emette segnali radio sulla stessa frequenza utilizzata dai telefoni cellulari, interferendo, intercettando o impedendo la comunicazione tra il cellulare e la torre cellulare (la cosiddetta BTS). Esistono diversi tipi di jammer che svolgono diverse funzioni, la più conosciuta è quella di inibire totalmente le comunicazioni tra quel dispositivo celluare e la sua BTS di riferimento, in modo che il telefono resti sostanzialmente muto e inservibile.

Altri tipi di jammer invece sono in grado semplicemente di intercettare le comunicazioni tra cellulare e BTS (spesso senza che nessuno di questi due punti di comunicazione se ne accorga e possa fare qualcosa per impedirlo) e quindi acquisire informazioni. Possono essere intercettati il numero di telefono, l'IMEI del dispositivo, le frequenze radio utilizzate per la comunicazione e altro. Non parliamo però solo di telefonia: alcuni jammer, come abbiamo visto, possono intercettare qualsiasi apparecchio che utilizzi delle onde radio per il suo funzionamento come ad esempio i telecomandi per compiere azioni a distanza.

La regolamentazione legale dell'uso dei disturbatori di frequenza

La prima questione che sorge quando si parla dei jammer è ma il loro uso è legale? La risposta è si, ma occorre fare dei distinguo molto precisi. Partiamo dal primo caso pratico e più semplice: avete bisogno di fare un duplicato del vostro telecomando dell'auto o del cancello elettrico. Per averlo, il punto vendita dove vi rivolgete utilizza un jammer, in maniera del tutto lecita. Voi prendete le vostre copie, tutto regolare.

Se però quello stesso jammer viene usato per intercettare il codice del telecomando del vostro cancello per aprirlo in vostra assenza e introdursi nella proprietà, allora ecco che siamo di fronte a un utilizzo evidentemente illegale.

In molte nazioni, compresa l'Italia, l'uso dei jammer è strettamente regolamentato, a causa dei potenziali rischi per la sicurezza e l'interferenza con le comunicazioni. Ci sono situazioni molto specifiche in cui l'uso dei jammer può essere considerato legale:

  1. forze dell'ordine e sicurezza nazionale: alcune autorità possono utilizzare jammer per prevenire comunicazioni indesiderate o criminali, ad esempio per interrompere detonatori a distanza o per prevenire l'uso di telefoni cellulari da parte di detenuti in carceri.
  2. contesti di alta sicurezza: in alcune situazioni, come riunioni governative di alto livello o ambienti militari, i jammer possono essere utilizzati per garantire la riservatezza delle informazioni o per evitare intrusioni digitali.

Usi illegali

L'uso di un jammer al di fuori delle situazioni autorizzate è illegale in quasi tutti i paesi, poiché interferire deliberatamente con le comunicazioni pubbliche può creare seri problemi. Alcuni esempi di usi illegali includono:

  1. interferenza con la rete pubblica: utilizzare un jammer per impedire alle persone di usare i propri telefoni in luoghi pubblici come teatri, ristoranti o scuole, anche se può sembrare una soluzione per mantenere la calma, è illegale.
  2. scopi criminali: i malintenzionati possono usare i jammer per bloccare le comunicazioni durante un furto o un attacco, impedendo alle vittime di chiamare i soccorsi.
  3. esami e concorsi: in contesti di esami o prove di concorso, l'uso di jammer per impedire agli studenti di comunicare con l'esterno è illegale, anche se in alcuni paesi è stato tentato per combattere la frode.

Andando a vedere cosa dice la legge, la Corte di Cassazione con la sentenza n. 39279 del 16.05.2018 ha affermato che il reato di installazione di apparecchiature atte a intercettare o impedire comunicazioni o conversazioni, previsto dall’articolo 617 bis del codice penale, si configura solo se l’installazione è finalizzata a intercettare o impedire comunicazioni tra persone diverse dall’agente, per cui il delitto non ricorre i nell’ipotesi in cui l’apparecchio sia installato per impedire l’intercettazione di comunicazioni che riguardano anche il soggetto che predispone l’apparecchio.

La norma quindi punisce chi predispone apparecchiature finalizzate a intercettare o impedire conversazioni “altrui” e quindi se si fa un uso "personale" dei jammer, detenendoli e utilizzandoli per contesti propri e non per disturbare/intercettare azioni in cui siano coinvolte persone non consapevoli, non c'è reato.

Vi proponiamo comunque un articolo di approfondimento.

Un jammer particolare: il sistema di cattura e blocco IMSI

Nell'ambito dei jammer e disturbatori di frequenza, un uso particolare è dato da quei sistemi che, contemporaneamente all'inibizione dei terminali, permettono anche di acquisire delle informazioni per localizzare il terminale che sta tentando di comunicare.

Questi sistemi sono particolarmente efficaci in contesti come carceri e istituti penali dove l'uso di telefoni e smartphone non è consentito ai detenuti. Se però da una parte l'uso deve comunque restare libero per il personale sanitario, di sicurezza e amministrativo (e non è quindi praticabile l'uso di un jammer che blocchi qualsiasi comunicazione tout court), dall'altra capita che i cellulari vengano introdotti e usati di nascosto.

Il sistema di cattura e blocco IMSI è a tutti gli effetti un jammer che impedisce le comunicazioni cellulari, ma lo fa in maniera avanzata. Innanzitutto permette la creazione di whitelists, in modo da lasciare libero l'uso dei dispositivi autorizzati che potranno chiamare e ricevere senza problemi. Per quanto riguarda la parte dei non autorizzati, il sistema crea stazioni base (BTS) false con i migliori parametri operativi e una potenza di uscita di 2W, così che i dispositivi mobili nella zona si connettano a essa. Quando il telefono mobile tenta di registrarsi presso la stazione rivela le identità IMSI e IMEI, oltre a informazioni dettagliate sulle proprie capacità di comunicazione. Il telefono può essere retrocesso a GSM e forzato a rimanere connesso alla BTS falsa, impedendogli di collegarsi alla rete reale e bloccando tutti i servizi.

È possibile abbinare l'unità di localizzazione GSM/UMTS/LTE che cerca e localizza i sistemi operativi nelle bande GSM, UMTS e LTE. Una volta che il telefono mobile è registrato nel sistema principale, l'operatore attiva il trasmettitore. L'unità di localizzazione inizia la rilevazione direzionale di questa trasmissione, richiedendo la sintonizzazione sullo stesso canale ARFCN utilizzato dal sistema principale. Da quel momento, l'operatore sentirà segnali sonori delle sequenze TDMA/CDMA tipicamente trasmesse nella comunicazione GSM/UMTS/LTE e potrà capire dove fisicamente si trova il telefono che sta tentando di comunicare.

Questo sistema si dimostra quindi particolarmente versatile per controllare aree di grandi dimensioni (è perfettamente scalabile e adattabile alle esigenze, tramite degli amplificatori di banda opzionali) in maniera intelligente e flessibile.

Uniontel può vendere dispositivi di jamming, ovviamente ai soggetti autorizzati all'uso. Se volete maggiori informazioni, contattateci!

Pubblicato il:
11/10/2024

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