L'isola di Anguilla è un piccolo e poco conosciuto paradiso tropicale incastonato nel mar dei Caraibi come una preziosa gemma. Meno famosa delle vicine Porto Rico, Haiti, Dominica e Antigua, è tuttavia un'isola bella come una cartolina, ricca di biodiversità marina e considerata anche la capitale culinaria dei Caraibi. Appare ovvio che anche ad Anguilla, come nelle isole vicine, la principale fonte di PIL sia il turismo (in tutta l'isola sono presenti diversi resort) e che, a parte questo, la popolazione locale residente non sia esattamente ricchissima.
Da un paio d'anni a questa parte, però, le entrate per il piccolo stato sono significativamente aumentate in virtù di una coincidenza fortunata: il dominio "di stato" assegnato ad Anguilla è .ai e questo è risultato immediatamente appetibile alle startup che si occupano di intelligenza artificiale.
Anguilla e il dominio .ai
Quello dei domini "fortunati" è un fenomeno che vediamo accadere sempre più spesso. Da quando è stata consentita la vendita "libera" (ovvero non è più obbligatorio attivare un dominio appartenente al paese di residenza/riferimento) sempre più aziende hanno preferito assegnare ai propri siti/caselle di posta dei suffissi vicini alla propria categoria merceologica, piuttosto che indicanti la loro provenienza geografica.
Un caso simile a quello di Anguilla si è avuto con Tuvalu (isola della Polinesia), quando il suo dominio .tv è diventato popolarissimo presso le emittenti e le case di produzione televisive e con il Montenegro e il suo .me. Anguilla però è un caso più recente in quanto negli ultimi due anni l'attenzione mondiale verso l'intelligenza artificiale è decisamente aumentata e sono nate tantissime nuove società che si occupano di questa tematica. Al momento di registrare la propria identità online, quale scelta migliore che caratterizzarsi proprio con .ai?
Il marketing dei domini
Avere un dominio accattivante è sempre più importante in un mondo in cui basta un nonnulla per caratterizzare un marchio positivamente o negativamente. La corsa alla combinazione nome+dominio più strana o mnemonica è quindi sempre aperta, in una gara per risultare più accattivante agli occhi di consumatori o clienti. Questo porta a grandi introiti perchè i domini hanno comunque un costo e, in caso di estensioni che caratterizzano un luogo geografico, parte di quel costo va al Paese a cui quel dominio appartiene.
Per questo Anguilla percepisce una commissione di 50 dollari all'anno per ogni dominio .ai registrato e solo nel 2019 gli introiti si sono aggirati intorno ai 3 milioni di dollari. Può sembrare assurdo ma il giro d'affari che questo tipo di transazioni genera è ingente ed è estremamente responsive ai trend di mercato: solo pochi anni fa era impensabile che il dominio .ai potesse suscitare così tanto interesse come oggi.
La prossima volta che vi capiterà di visitare un sito che parla di intelligenza artificiale con estensione .ai, sappiate che i vostri clic stanno contribuendo a tenere su una piccola economia di un'isoletta caraibica!