Ogni volta che accediamo a un servizio cloud andremo inevitabilmente a finire dentro un data center. Che sia tramite app come Google Drive o Dropbox, per accedere ad applicativi aziendali o perché abbiamo deciso di migrare l'intera infrastruttura aziendale nella "nuvola", dobbiamo fare sempre i conti con il posto fisico in cui i nostri dati saranno alloggiati. Oggi vi parliamo di queste strutture e vi illustriamo le differenze dall'avere in house un sistema fisico o affidare invece tutto al cloud. Vi faremo anche vedere come sono fatte al loro interno, per farvi comprendere in che modo i vostri dati sono custoditi.
Cos'è un data center
I data center sono strutture fisiche impiegate per ospitare le applicazioni critiche e i dati. Includono tra i propri componenti sistemi di routing, switch, firewall, sistemi di archiviazione, server e controller di distribuzione delle applicazioni (questa la definizione di Cisco). Vi sembra familiare? Se la risposta è sì, probabilmente vi sarete accorti che tutto questo lo avete già, magari nel vostro CED o più probabilmente dentro uno sgabuzzino.
Il data center è di fatto il sistema nervoso dell'azienda: gestisce le email, gli applicativi, i CRM, le risorse aziendali, i database. Le realtà più evolute poi impiegano risorse anche per la gestione dei big data, dall'intelligenza artificiale all'apprendimento automatico, servizi di desktop virtuali e sistemi di comunicazione (come ad esempio nostro Nethvoice). Avere tutto in casa è sicuramente un vantaggio oggettivo. Gli apparecchi sono di vostra proprietà, potete accedere come e quando volete e potete disporne in piena libertà e autonomia. Ma se si verificasse un data loss? Se l'hardware si guastasse in maniera irreparabile, magari a causa di agenti esterni (sbalzi elettrici, terremoti, allagamenti)? Conviene pensare a un modo alternativo e più in linea con i tempi di conservare (e preservare) i dati dell'azienda
Perché scegliere una soluzione in cloud?
La prima e più ovvia risposta, è la sicurezza. I valori di famiglia starebbero meglio in una cassaforte in casa o nel caveau della banca? Ecco, il data center risponde proprio a questa domanda per il principale valore oggi delle aziende: i dati. Non è un caso se le nuove frontiere degli attacchi informatici sono legate alla sottrazione o al danneggiamento di dati. Neanche i grandi colossi sono immuni, da Enel, Honda, Nintendo (qui la notizia del Sole24Ore).
Mettere in sicurezza i dati è più facile se si sceglie di appoggiarsi a un data center certificato, che garantisce innanzitutto maggiore sicurezza. La continuità di accesso è sempre garantita con accessi e percorsi di connettività in fibra ottica diversificati, nonché con sistemi di condizionamento e alimentazione che fanno in modo che tutto resti in piedi anche in caso di manutenzione, guasto o incidente. I criteri di costruzione devono rispettare precise caratteristiche antiallagamento e antisismiche, oltre a sistemi antiintrusione e vigilanza h24. I visitatori possono accedere solo tramite identificazione e non vengono mai lasciati soli all'interno. Per ottimizzare le prestazioni delle macchine e ridurre i consumi, i datacenter più evoluti adottano un sistema a corridoi caldi e freddi per favorire il ricircolo d'aria all'interno degli apparati, mentre unità frigorifere si occupano di mantenere stabili i livelli di temperatura e umidità.
Per aiutare gli imprenditori ad orientarsi sulle varie tipologie di offerta dei data center, nel 1993 L'Uptime Institute ha creato una classificazione di ridondanza crescente, divisa in 4 TIER (figura qua sotto). Al crescere del livello, si riduce progressivamente la possibilità di avere un blocco del servizio durante l'anno, e quindi aumenta la garanzia di continuità.
Costi su misura e struttura garantita
A questo punto l'imprenditore probabilmente sta già pensando a un importante investimento, non sapendo se distogliere risorse dal proprio core business o lasciar correre con il forte rischio di trovarsi, presto o tardi, l'azienda bloccata. Fortunatamente è molto più semplice di così.
Esistono soluzioni a canone mensile e chiavi in mano che consentono di pagare il cloud come se fosse un'utenza elettrica o telefonica tarata in base ai propri consumi. I costi per sostenere la propria infrastruttura in cloud, è bene ricordarlo, sono deducibili al 100% ai fini IRAP. Per realizzare alcune delle proprie infrastrutture, Uniontel si affida a Coretech Srl, a sua volta ospitata in un data center classificato TIER IV (quindi il massimo grado di sicurezza certificabile) situato in Italia, perfettamente ottemperante alle normative sul GDPR e sulla privacy italiana. Scegliendo una soluzione Uniontel-Coretech sarete ospitati da Supernap Italia, il data center più avanzato del Sud Europa e attualmente situato a Milano.