In una recente delibera (la 309/23/CONS che potete leggere integralmente qui) l'Agcom si è espressa circa la velocità minima che internet dovrebbe avere al fine di essere considerato uno strumento universale a garanzia dei cittadini. Secondo l'Autorità, internet è infatti un accesso necessario per la partecipazione sociale ed economica di tutti i cittadini alla società e come tale dovrebbe essere garantito a tutti a delle condizioni minime di funzionamento.
Il limite al di sotto del quale non si dovrebbe andare sarebbe di 20 megabyte in download, praticamente la velocità massima di una connessione ADSL rame in ULL, ovvero quando l'accesso dell'ultimo miglio non viene affittato da un provider all'altro ma viene gestito direttamente "in house". Questo valore potrebbe suonare obsoleto e anacronistico (le connessioni a 20 mega erano iperpubblicizzate come "super veloci" e a "banda larga" circa 15 anni fa, all'arrivo delle prime tariffe flat per la navigazione), in realtà ha senso se pensiamo a quante aree del nostro paese sono ancora sprovviste di una connessione che sia adeguata all'uso di internet che ormai tutti facciamo.
Se dal punto di vista dei privati questo potrebbe essere un discorso di importanza relativa (e non lo è, lo sappiamo bene), il digital divide che ancora impera nel nostro Paese emerge in tutta la sua drammaticità quando coinvolge le aziende e i poli produttivi che dovrebbero poter usufruire di connettività veramente veloci e non possono farlo perchè magari situati in zone molto isolate o geomorfologicamente complicate.
La delibera dell'Agcom fissa anche l'obbligo da parte di almeno un provider a fornire questa velocità in tutto il territorio nazionale. Questo significa che ovunque ci si trovi, dovrà sussistere almeno un operatore in grado di offrire una velocità di linea ad almeno 20 mega. Non si specifica se la connessione dovrà essere per forza di tipo terrestre, per cui è lecito pensare che all'interno del novero possano rientrare anche le connettività satellitari come Eolo e Starlink o le offerte in FWA che ormai quasi tutti gli operatori propongono. Come si è arrivati a questo parametro? Lo spiega la stessa Agcom in una nota: "“La velocità di connessione è stata definita tenendo conto delle circostanze nazionali, dei requisiti di qualità e dei requisiti tecnici necessari per supportare l’insieme minimo di servizi elencati all’Allegato 5 al Codice, tra cui servizi di base dell’amministrazione digitale, e-commerce, social media e servizi di videochiamata”.
L’Autorità annuncia anche che vigilerà sull’evoluzione e sul livello dei prezzi al dettaglio dei servizi (di cui all’articolo 94, comma 1) praticati sul mercato, in particolare in relazione ai prezzi nazionali e ai redditi dei consumatori. L’Autorità adotterà, pertanto, misure per garantire l’accessibilità dei prezzi al dettaglio del servizio universale ai consumatori a basso reddito o con esigenze sociali particolari, (ai sensi dell’articolo 95, comma 2, del Codice) e vigilerà anche sulla trasparenza non solo delle tariffe, ma di tutte le opzioni e in generale tutto ciò che costituisce obbligo contrattuale.
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